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Andria – Per Coratella il ministro Di Maio. Per la Bruno nemmeno un big?

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Nessun apparentamento. Nel primo dei due giorni utili, oggi e domani 27 settembre,  nè Bruno nè Coratella hanno varcato i cancelli del comune per dichiarare apparentamenti ufficiali. Ovviamente ce ne saranno, non ufficiali, nelle segrete stanze. Mentre i 5Stelle infatti non dovrebbero cercare sponde particolari è probabile invece che la candidata del centro sinistra, forte del suo 38,01% venga semmai cercata, magari da quegli ambienti o dai pontieri di quegli ambienti di centro destra che non hanno votato Scamarcio, ma per esempio Marmo, e che si sono convinti di dover “completare” il lavoro di impegno solo civico avviato dall’ex-capogruppo forzista alla regione e sostenere la Bruno puntando alla sua competenza ed esperienza. La frase obbligata di Marmo – “Al ballottaggio tra Bruno e Coratella decideranno gli elettori ” – è appunto una frase obbligata. Ma  la parte moderata del centro destra  – quella cioè non saltata sul carro apparentemente vincente della Lega  – non potrà che per coerenza muoversi verso la Bruno, in linea con la scelta netta dell’elettorato. Il successo della Bruno – anticipato solo nei sondaggi degli ultimi giorni anche oltre il 30% rispetto ad una fase, ancora fino alla prima quindicina di settembre,  che stimavano una forchetta tra il 22 ed il 25% – è netto, segna una scelta forte dell’elettorato  andriese. Ribaltarlo con giochetti e furberie non sarebbe corretto.  Anche Coratella se la gioca, con il suo 21%, in realtà la stessa percentuale del 2015, più o meno lo stesso numero di voti, quasi 10.000, superando di un soffio il candidato di centrodestra a trazione leghista, Antonio Scamarcio. Per Coratella è già arrivato – anzi è ritornato – a sostenerlo il ministro Di Maio, a differenza della Bruno che ha avuto anche il segretario nazionale Zingaretti e non si sa chi tornerà per la volata finale. Ora mancano 7 giorni al secondo turno. Giorni decisivi per i due contendenti. Chiunque vinca dovrà far dimenticare  le macerie di una gestione di centro destra  fatta di debiti (quasi 80 milioni), evasione fiscale, totale anarchia nelle strade, sporcizia, dissesto dietro l’angolo, macchina comunale nella palude.  Un decennio disastroso che si azzera solo con competenza, esperienza e visione. Non con i no e con gli slogan.

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