Home Aziende La “Sala Ultima Accoglienza” a Corato Come nasce e perché sceglierla

La “Sala Ultima Accoglienza” a Corato Come nasce e perché sceglierla

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Francesco Lotito ci spiega

Come ogni settore commerciale ed economico anche quello dell’arte funeraria nel corso del tempo ha subito un’evoluzione, intanto è bene sottolineare come sia cambiato l’approccio all’argomento, esso non è più un tabù come accadeva in passato, oggi la gente lo affronta più serenamente con la consapevolezza che è legato ad un evento naturale che fa parte della vita tanto che, c’è la possibilità di organizzare e pianificare il proprio funerale quando si è ancora in vita, addirittura pagarselo,  per non lasciare incombenze eccessive ai diretti familiari.

Come si sa la perdita di una persona cara è un evento traumatico e organizzare un funerale in un momento dove i sentimenti e le emozioni dei familiari sono messi a dura prova non è affatto facile considerando anche i passaggi, soprattutto burocratici, che si presentano.

Ecco che diventa importante farsi aiutare da figure esperte come i consulenti delle agenzie funebri che in assenza di coinvolgimento emotivo e con la dovuta professionalità riescono a dare un valido supporto.

Ne parliamo con il sig. Francesco Lotito, titolare dell’omonima agenzia funebre che, dopo aver trattato, nella scorsa intervista la cremazione, questa volta ci parla delle sale di commiato.

Sig. Francesco la sua famiglia da sempre operante nel settore onoranze funebri è stata “pioniera” nell’allestire la prima “Sala Ultima Accoglienza” qui a Corato. Ci spiega come è nata questa idea?

Anche nel nostro lavoro è necessario adeguarsi ai cambiamenti e, occorre fare indagini di marketing e capire soprattutto le esigenze degli utenti che nel corso del tempo cambiano le loro abitudini relativamente anche ad alcune tradizioni.

Partiamo dal presupposto che al nord e in altri paesi europei o in America dove ci sono i funeral center era già consuetudine dare l’ultimo saluto ai propri cari non presso la propria abitazione bensì  in strutture apposite come per esempio gli obitori degli ospedali o centri adeguati all’accoglienza a differenza del sud dove i funerali venivano svolti in forma più intima e dove l’ultimo saluto presso il domicilio del defunto era considerata una forma di grande rispetto per lo stesso dettata da una tradizione basata principalmente sul legame affettivo.

Confrontandoci con altri operatori del settore e occupandoci spesso del trasporto di salme da altri o presso altri comuni all’estero, abbiamo avuto modo di scoprire altre tradizioni funerarie; esattamente in Francia (dove come si sa risiedono molti coratini) e in Spagna, per la prima volta mio padre Michele aveva conosciuto e valutato le sale di commiato, di qua la scelta di sperimentare quest’idea nella nostra città nonché in Italia.

Quando nasce a Corato la prima “Sala Ultima Accoglienza” e che riscontro ha sui cittadini?

Nasce nel 2000, inizialmente c’è stato un po’ di scetticismo da parte dell’utenza che pian piano ha preso in considerazione questa novità che ha destato molta curiosità nella cittadinanza. Col passare degli anni questo servizio si è consolidato.

La vostra “Sala Ultima Accoglienza” nasce in pieno centro. È stata mirata questa scelta?

È stato necessario pensare a una posizione strategica, infatti la sala situata in Via Savonarola è vicina a molte chiese ed è facilmente raggiungibile da parte dei parenti e amici del defunto a cui vanno a porgere l’ultimo saluto.

Sig. Francesco “Sala Ultima Accoglienza” è un marchio brevettato?

Assolutamente sì, quindi si diffida chiunque dovesse utilizzare impropriamente questa denominazione per altri centri funerari presenti sul territorio.

Perché scegliere la “Sala Ultima Accoglienza”? Quali sono i vantaggi?

Possono essere diversi i fattori che possono indurre a tale scelta per esempio: quello di tutelare la sfera privata della propria abitazione,evitare di  trasformare un ambiente di casa in uno spazio di ultima accoglienza, non sentirsi a disagio se non si riesce a dedicare particolari attenzioni a chi arriva per l’ultimo saluto essendo in quel momento padrone di casa; in un luogo neutro sgravandosi di questo ruolo ci si rapporta più serenamente con chi viene in visita, elasticità negli orari perché la Sala Ultima  Accoglienza è aperta dalle  8.00 alle 23.00 quindi permette ai parenti del defunto di tornare a casa  e magari riposare (in particolar modo quando si è di fronte a casi di morte dopo lunghe malattie, dopo lunghe degenze in ospedale o comunque morti tragiche che mettendo a dura prova i parenti sentono la necessità di un momento proprio) o addirittura c’è chi comprensibilmente non vuole cristallizzare nella propria mente l’immagine del proprio caro defunto, in casa, mantenendone un vivo ricordo nei luoghi condivisi fino ad allora.

Un altro vantaggio è che, mentre in passato in assenza di questo spazio quando il decesso avveniva in ospedale, il defunto veniva trasferito direttamente in chiesa e poi al cimitero, con la sala di accoglienza si è sopperito a questo passaggio mancante.

La nostra “Sala Ultima Accoglienza” inoltre è dotata di spazi e confort che rendono l’ambiente alquanto familiare: oltre alla sala per la vestizione e la sala di osservazione, ci sono una sala per i parenti, uno spazio adibito a sala pranzo per un eventuale momento di ristoro in totale discrezione e ovviamente ci sono gli adeguati servizi.

Ci sono dei passaggi burocratici da adempiere per il trasferimento della salma in una sala d’accoglienza?

In caso di decesso presso il domicilio della persona occorre l’autorizzazione da parte del medico curante per lo spostamento del defunto nella struttura di commiato diversamente da quando avviene in ospedale, dove a firmare il via libera alla procedura è il medico del reparto dove è avvenuto il decesso.

 

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