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Anche Corato è fra i Comuni nei quali il numero delle imprese artigiane si assottiglia anno dopo anno.

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Di Franco Bastiani

C’è sempre un’Italia che funziona

Anche Corato è fra i Comuni nei quali il numero delle imprese artigiane si assottiglia anno dopo anno.

Certamente se ne iscrivono di nuove all’Albo provinciale presso la Camera di Commercio di Bari ma se ne cancellano di più, sicché, con il saldo negativo, l’ammontare residuo si presenta in continua perdita.

All’inizio di ogni anno, le iscrizioni sembrano dover superare le cancellazioni, la qual cosa si pone come dato positivo.

Nel prosieguo e, soprattutto nell’ultimo trimestre, si registra il picco delle aziende che chiudono, e ciò si comprende bene perché dicembre funge da terminale per chi ha deciso di smettere, progettando un futuro diverso, spesso da pensionato.

Il secondo trimestre del 2019 ha visto in Puglia una contrazione considerevole di sedi di imprese manifatturiere: 173 iscrizioni e 382 cancellazioni; nello stesso periodo, male anche nella provincia di Bari con 63 iscrizioni e 205 cancellazioni.

Nel ramo “costruzioni”, relativamente alla Puglia e sempre nel secondo trimestre del 2019: sedi di imprese iscritte 679 contro 726 cancellazioni.

In provincia di Bari, per il suddetto comparto e nello stesso trimestre: 401 le cancellazioni e 240 le nuove iscrizioni.

Occorrerà attendere i resoconti di fine anno per un quadro definitivo dei movimenti relativi all’artigianato in cui – va subito detto – si stanno perdendo colpi a catena, con gravi ripercussioni sull’economia e, quindi, sulle famiglie.

Lo abbiamo sempre affermato: la gestione di un’azienda, oggi, comporta sforzi notevoli contro molossi imbattibili che vanno dalla pressione fiscale, agli adempimenti burocratici con impiego di tempo sottratto al lavoro, dai costi del personale a quelli per i materiali, dalla ricerca spasmodica di forme di finanziamento agevolato allo studio costante per l’aggiornamento professionale.

Tutto questo sembra interessare molto relativamente agli organi tenuti a trovare rimedi: annunci, proclami, promesse da chi costituisce la maggioranza in carica; inviti a ricordare tasse ridotte (???) da chi oggi è all’opposizione e ieri governava.

La verità è una e sacrosanta: a parte piccole agevolazioni e insignificanti contributi a quanti erano e continuano ad essere molto al di sotto della cosiddetta soglia di povertà, le tasse, nella loro complessa e composita massa, con solo non sono diminuite ma sono aumentate, diffondendo nella comunità nazionale un certo panico e spingendo ad un inquietante interrogativo: ci salveremo?

Ferruccio de Bortoli, già direttore del Corriere della Sera e del Sole 24 ore, è dell’avviso che, senza dubbio, “Ci salveremo”: così, infatti, il titolo del suo recente libro (senza interrogativo) nel quale tratta del presente e guarda anche al futuro con occhi benevoli, ipotizzando una riscossa civica che salverà l’Italia perché … perché vicende, questioni, persone, potenzialità in senso positivo esistono, ancorché in occulto.

Che vuol dire? Vuol dire che questo nostro Paese, caduto in disgrazia a giudizio di molti (forse di moltissimi), nasconde numeri eccezionali o quel semplice buon senso che i padri latini attribuivano al solerte pater familias, per rialzarsi e tornare ad essere veramente civile, veramente progredito, veramente in grado di convincere i giovani a non espatriare e, magari, di convincere a tornare quelli che sono già andati via.

Due milioni di persone si sono stabilizzate all’estero dal 2002 al 2017, in massima parte energie fresche e di elevata cultura: un patrimonio di intelligenze e di forze imprenditoriali che avrebbero fatto della nazione una vera grande potenza economica.

Ferruccio de Bortoli è convinto che, al di sopra e al di fuori del Paese in affanno di cui parla quasi quotidianamente il sistema dei media, esiste un Paese virtuoso che sa patire la cattiva politica, che sa sopportare le angherie di tasse e balzelli, che si industria nel silenzio e spesso nell’umiltà, ricorrendo ad iniziative semplici e lodevoli per andare avanti … riuscendovi.

Sembrerebbero gli epigoni di quegli italiani che strinsero i denti durante gli anni della guerra, lavorando senza clamore e in molte occasioni risparmiando pure sul minimo per accantonare risorse che seppero tirare fuori con i primi piccoli investimenti utili alla ripresa.

C’è un’Italia disciplinata che lavora come ha sempre fatto: ci sono migliaia e migliaia di contadini che all’alba raggiungono le campagne per raccogliere e per salvare i prodotti della nostra terra, ci sono migliaia e migliaia di piccoli artigiani e di piccoli commercianti che alzano le serrande delle loro aziende confidando sempre nella Provvidenza.

Questa è l’Italia a cui non ha pensato solo de Bortoli, è l’Italia che non appare ma che è reale e che sa ingegnarsi per realizzare risultati.

Tempo fa segnalammo la costituzione di un organismo associativo di pasticcieri, a Bisceglie, pasticcieri intenzionati a valorizzare il Sospiro, un dolce tipico che ha una storia da vantare: l’impegno della categoria ci sta tutto e procede con ottimi punti.

Caseari in fibrillazione nel sud barese, area Murge: è in arrivo il marchio DOP per la mozzarella di Gioia del Colle: il 21 ottobre scorso, la G.U. dell’Ue ne ha pubblicato la domanda di registrazione, omologandola erga omnes come da Regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio sui regimi di qualità di prodotti agricoli e alimentari.      

A Castellana Grotte è stato presentato da poco il servizio ‘’Il tuo artigiano a casadestinato a chiunque desideri, in tempi brevi, un servizio di pronto intervento specifico.

Si potrà chiamare o inviare un messaggio whatsapp per richiedere la prestazione desiderata: di seguito il link da tenere a mente www.iltuoartigianoacasa.it.; agli utilizzatori frequenti del servizio una fidelity card consentirà di accedere a sconti e premi.

Piccoli ma significativi esempi di operatori che guardano avanti. Nonostante tutto.

E’ l’Italia che funziona !

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