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La cooperazione leva dello sviluppo – Dalle cooperative di garanzia-fidi alle nuove strategie per il mercato globale

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di Franco Bastiani

Tra i valori fondamentali che contribuirono alla crescita economica del nostro Paese,  a partire dagli anni ‘50, un posto rilevante occupa la cooperazione.

Al di là del concetto immediato e generico che il termine esprime, stare insieme per il raggiungimento di determinati obiettivi è senz’altro sistema ottimale, da adottare in ogni ambito: economico, finanziario, scientifico, sociale.

Un vulnus è però l’assenza della cultura completa della cooperazione, cioè l’assenza dell’inclinazione a considerarla e ad applicarla, vulnus che può  allargarsi  a singoli soggetti come ad un intero popolo.

Insomma, nonostante le utilità che ne scaturiscono, non è fenomeno di facile attuazione implicando sentimenti e atteggiamenti poco consueti all’indole dell’uomo.

Ma tant’è che, solo grazie  alla cooperazione, è stato possibile conseguire risultati inimmaginabili tempo fa, soprattutto nel Mezzogiorno, ove si celebra ancora il culto dell’individualismo.

Proprio nelle aree del meridione d’Italia, infatti,  la cooperazione ha stentato ad affermarsi e manca di robustezza per la diffusa incapacità a rivelarsi convincente nei confronti di larghi strati della popolazione.

Nei settori produttivi di minori dimensioni, ovvero fra le PMI, può svolgere un ruolo di grande volano nel credito, nell’acquisizione di tecnologie avanzate, nella commercializzazione dei prodotti su scala mondiale, procurando consistenti agi alla classe imprenditoriale  e, di riflesso, alla collettività.

Nel credito garantito, la cooperazione ha scritto una delle pagine più belle della storia del lavoro, in particolare del lavoro delle piccole e medie imprese artigiane.

Difficile far comprendere che, con la sottoscrizione di quote, cioè con il versamento di un importo rapportato ad un certo numero di “azioni”, necessarie – queste –  alla costituzione di un fondo, si potesse ottenere dalle banche un prestito a tasso molto agevolato .

Un tasso che la Regione Puglia, con legge n. 6 del 25 gennaio 1974, rese oltremodo vantaggioso, in quanto sostenuto da un suo congruo contributo sia in conto interessi che in conto capitale.

Le cooperative di garanzia, presenti in quasi tutti i Comuni, videro generosamente aumentati i loro fondi sociali e notevolmente moltiplicate le loro prestazioni a favore delle imprese.

Un periodo d’oro, destinato però ad esaurirsi allorquando criticità di bilancio e di politiche assistenziali portarono ad un rallentamento e poi all’estinzione dei finanziamenti pubblici: le cooperative iniziarono così a conoscere crescenti difficoltà di gestione anche per le pressanti spinte da competenti sedi istituzionali ad una confluenza in organismi  di maggiore spessore e di più vasta potenzialità.

La lezione sull’esigenza di consorziarsi era stata però appresa in molti ambienti e il salto verso schemi ben costruiti sull’idea del mutuo soccorso era ormai compiuto.

Oggi non si contano le esperienze da annoverare nell’ampio quadro della cooperazione,  con buona pace del pensiero antico, comunque non del tutto sconfitto, secondo il quale “chi fa da sé fa per tre” .

Il mercato globale impone regole chiare e inderogabili che richiedono formule inattaccabili sull’urgenza della reciproca assistenza;  la globalizzazione può consentire, specie ai piccoli, di sopravvivere se inseriti in “catene”  di attività e di vendita capaci di fronteggiare le grandi corporations sempre più pronte ad occupare spazi per i loro investimenti e i loro scambi.

Comprartigiano  – si legge in un’apposita brochureè un sistema costruito intorno alla figura dell’artigiano, a brand “Confartigianato Imprese, dedicato al settore alimentare, per la promozione, la distribuzione  e la vendita di prodotti artigianali italiani di alta qualità in tutto il mondo. 

Trattasi di programma di sinergia fra le imprese lodevole e intelligente che si articola in: store sul territorio, piattaforma di e-commerce, app mobile, servizi integrati.

Obiettivi: a) integrare le esperienze on line e off line, la tecnologia e la tradizione;  b) fornire all’artigiano, impegnato nella produzione, un sistema personalizzato completamente in outsourcing;  c) offrire al consumatore finale un’esperienza unica e omnicanale.

Negli store: cucina e laboratorio a vista, bar all’italiana, angoli  adibiti a salumeria e gastronomia, aree espositive per la vendita dei prodotti.

Comprartigiano è stato anche pensato per servizi integrati da garantire alle imprese coinvolte: logistica, cura degli adempimenti doganali, marketing, analisi e formulazione dei prezzi con riguardo ai costi della qualità, partecipazione a fiere di settore, traduzione multilingua per i clienti.

Aspetto veramente interessante per le imprese della nostra terra è la reale e concreta possibilità di far conoscere gli elementi identificativi di quanto ci appartiene come produzione locale: storia, tradizione nel fare,  finalità, ricorrenze , usi collegati e modalità di impiego.

C’era bisogno di un progetto simile per manufatti, dolci, derivati da latte e da pane, attualmente vittime di imitazioni che tradiscono l’originalità assicurata solo da mani, mente e cuore di chi vive qui, di chi respira l’aria della nostra campagna, di chi conosce la bellezza del nostro mare.

La cooperazione, allora, che presiede a modelli di  sviluppo delle attività per portare all’estero un made in Italy sempre più competitivo, immagine di regioni laboriose, calde, ricche di colori e di fascino che  possono incrementare turismo e portare benessere.

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