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Ciò che serve a Corato: i valori civici.

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Di Franco Vangi

 

La nostra comunità è “minata” dall’individualismo talora feroce e cioè duro, inattaccabile, persistente.

Si accendono così fuochi di paglia, abbaglianti, ma effimeri.

Si è capaci e non privi di creatività nelle persone singole e nelle associazioni che brillano per spirito d’iniziativa, ma non per coesione sociale.

Perché non si valorizza con intelligenza il ben noto “cultivar oliva coratina”?

Si può pensare ad un evento culturale di respiro regionale prima e in seguito “in progress” nazionale.

Si prenda a modello quanto avvenuto a Trani, Bisceglie, Ruvo, Andria: “Dialoghi di Trani”, “Libri nel borgo antico”, “Talos festival”, “Festival dei mondi”; perché ciò che è stato fattibile in queste città del circondario non potrebbe esserlo a Corato?

Così le varie e frammentate associazioni culturali potrebbero mettere in campo le loro competenze a beneficio del progetto comune.

Anni fa mi balenò l’idea del titolo da dare a tale progetto: “La luna nell’uliveto”: si potrebbe promuovere un’idea centrale di ampio impatto culturale e mediatico e collegare il nome della nostra città non più a “disastri tecnici e culturali” come la tragedia della Bari-Nord o lo squallido errore dei libri come spazzatura del manifesto dell’Asipu.

La campagna elettorale per le comunali sia attuata con intelligenza, avendo come mira il bene della città che ha tanti problemi da risolvere a tutti i livelli, ma non è priva di risorse culturali e professionali da mettere a servizio di un vero progresso civile e sociale.

Le varie coalizioni delle liste civiche in campo pensino di meno ai tatticismi che spesso nascondono invidie e rancori (ahimè, vizi umani!) o si frammentano in visioni ideologiche che nella società attuale sono al tramonto.

Le ideologie sono al tramonto, ma non gli orientamenti ideali che possono essere conservatori o progressisti, ma sempre nel sereno rispetto di tutti nel terreno dei valori civici.

E poi, lo dico con mia professionalità, sia dato ampio spazio alla Cultura come vera risorsa di creatività, civiltà, intelligenza. Cultura come ricerca del Bello, del Vero, dell’Umano che nel mitico antico poeta greco Orfeo “scioglie le pietre” e “ammansisce le belve” e cioè abbatte duri pregiudizi e ricrea la Bellezza Eticità Solidarietà.

E la Cultura dovrebbe animare tutti: imprenditori, artigiani, tecnici amministrativi, tutte le competenze in campo.

Cultura come visione nuova della città che si spera diventi consapevole che il vero progresso è soprattutto l’anelito a “valore alto”, certamente i vizi e la fragilità umana tendono verso il basso e pesantemente toccano terra se viene meno la forza morale e la visione di ampia prospettiva: stella polare che illumina la via.

Buona campagna elettorale!

 

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