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Comunali Andria 2020: viaggio negli slogan dei candidati sindaci – Promesse e parole d’ordine. Vedremo dopo il 5 ottobre 2020

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Cosa dicono gli slogan dei candidati sindaci andriesi? Quali messaggi vorrebbero far passare? Che promesse di impegno futuro contengono? Che coerenza c’è tra lo slogan, la loro storia personale ed il loro impegno politico?

Cominciamo dai 5Stelle, da Michele Coratella, che tenta per la seconda volta, dopo il 20% ottenuto nel 2015, di guidare la città. Lo slogan è “Andria si trasforma l’energia del cambiamento”. E’ un richiamo diretto al cambiamento, al rinnovamento. Coratella punta sicuramente al ballottaggio per vedere premiati 5 anni di opposizione segnati dalla novità del Movimento. Promette la trasformazione radicale della città ed il carburante è il cambiamento. Slogan abbastanza visionario, ma con parole scontate.

Poi c’è Giovanna Bruno con “Adesso Giovanna”, per il centro sinistra, con una candidata di lungo corso, alle spalle anni di militanza e di consiglio comunale, un passato di assessore comunale. “Adesso” nel suo caso è un “rieccomi”, essendosi già candidata nel 2010 ottenendo il 10%, non è una new entry in assoluto, è un “ora tocca a me” dopo il  tentativo di 10 anni fa con il suo movimento civico per cercare di interrompere l’onda annunciata del centro destra di Giorgino dopo la guida ininterrotta della città con i sindaci di centro sinistra Sinisi, Caldarone e Zaccaro. Un “adesso” che quasi significa : prima non era stato possibile, ora ci sono le condizioni visto che la sostengono Pd, Lab 3, Futura e Andria bene in comune.

“Niente compromessi solo Andria” del candidato civico Nino Marmo è uno slogan quasi di amore, preceduto da parole forti, categoriche, in linea con il personaggio che ha pure modificato Marmo in M’armo, segno di una promessa del fare, ma anche di un atteggiamento determinato, deciso, quasi bellicoso. Quel “solo Andria” è anche la descrizione di due scelte: la rinuncia ad ogni prospettiva di governo regionale, se vincerà Fitto, per guidare la città e la volontà di concentrare ogni energia sulla città. Insomma uno slogan coerente con la scelta di buttare all’aria la disciplina di partito ed il vincolo di maggioranza di centro destra, scelta fatta ad aprile 2019, per cercare di raddrizzare la città distrutta dalla gestione della maggioranza di centro destra che egli stesso ha contribuito a creare  e mantenuto in vita sin dal 2010, pur dopo le sue dimissioni nel 2013 dopo l’arresto dell’ex assessore all’Ambiente, Lotito, per le tangenti Sangalli.

Poi vi è lo slogan per eccellenza, pur se non originale perchè già sentito,ma forte rispetto a quelli degli altri candidati, ed è “Laura rompe con la vecchia politica”. Per la Di Pilato non è solo uno slogan o una promessa. E’ quasi quasi il suo stile di vita politico: nello slogan riflette il suo temperamento e il suo carattere. Rompere è sospendere la continuità, lo status quo. Quella “vecchia politica” l’ha conosciuta: l’aveva pure premiata facendola diventare Presidente del Consiglio Comunale, ma poi è saltato il tavolo con tanto di ricorso al Tar, perso, presentato contro la sua decadenza. 

Lo slogan di Antonio Scamarcio richiama la meteorologia e dunque un tempo “sereno”. Una parola banale se si pensa a quello che è accaduto nella città negli ultimi due anni e gli effetti provocati da molti di quelli che oggi lo sostengono. E’ la netta ammissione che c’è stato un cataclisma che questa città vivrà sulla sua pelle per anni e anni, e questo “torna il sereno” se è un tornare al vecchio, non è molto augurante. Se è guardare avanti neppure: sono tempi difficilissimi e non c’è approccio normalizzante che tenga. Servono scelte coraggiose ed impopolari. Straordinarie. Se la sentirà Scamarcio che ha un cognome ingombrante: quello del padre, il Senatore Gaetano Scamarcio, a suo tempo Sottosegretario di Grazia e Giustizia, capace di tenere testa al  suo segretario, il Craxi degli anni della potenza al quadrato.

Dunque energia, cambiamento, sereno, niente compromessi, vecchia politica, rompe, adesso……

Solo slogan più o meno interessanti? Più o meno accattivanti? Quanti se li ricordano, quanti ci pensano, quanti si fanno convincere dal messaggio sul manifesto o sullo spot o sul santino, al momento del voto?. Lo dirà solo il tempo che stringe per rilanciare una città alle pezze. Vedremo il 5 ottobre.

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