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Corato: le amministrative tra turbolenze e vuoti d’aria – Circa la metà dei presidenti di seggio dà buca

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Che queste amministrative passeranno alla storia di Corato ormai è più che certo.

Tante sono state le novità e le traversie che stanno caratterizzando questa tornata; dal numero dei candidati sindaco, per la precisione nove con seicento consiglieri a seguito, almeno inizialmente, alla scelta del candidato sindaco del centrodestra affidata per la prima volta alle primarie, alla netta divisione del centrosinistra, all’esclusione delle tre liste Lega, Forza Italia e Nuova Democrazia Cristiana Europea, riammesse in seguito al ricorso al Tar presentato dalle stesse fino alla decisione dell’avvocatura di Stato di impugnare la riammissione da cui NDCE ne esce con esito positivo mentre  Forza Italia e Lega si vedono definitivamente messe fuori dal Consiglio di Stato.

E quando tutto sembrava essersi concluso per il meglio ieri la decisione di circa la metà dei presidenti di seggio di rinunciare alla nomina.

Sembrerebbe infatti che nella giornata di ieri circa venti cittadini chiamati a svolgere il suddetto compito abbiano presentato domanda di rinuncia a Presidente di Seggio Elettorale in occasione delle elezioni europee e amministrative che si terranno il 26 maggio.

La motivazione più accreditata per questo passo indietro pare sia il basso compenso, circa 160 euro, per un tour de force di tre giorni a fronte tra l’altro dell’alta responsabilità a cui vanno incontro i nominati.

I presidenti di seggio infatti presiedono e coordinano i lavori di seggio, vidimano e timbrano le schede elettorali, al termine delle operazioni di voto eseguono i doverosi controlli tra le schede votate e quelle timbrate e vidimate e dulcis in fundo il lavoro più impegnativo di redigere i verbali dove tutto deve filare liscio come l’olio.

Se tutto fosse confermato, le riserve saranno sufficienti a sostituire i rinunciatari?

Questa campagna elettorale ormai decollata, tra turbolenze e vuoti d’aria, sembra proprio che non voli serena e gli atterraggi d’emergenza, è il caso di dire, sembrano essere sempre in allerta.

Qualche giorno fa infatti si è persino temuto lo slittamento della data delle elezioni per la denuncia fatta da Franco Caputo, NDCE, che dopo la riammissione definitiva della lista da parte del Consiglio di Stato ha dichiarato di aver subito un processo basato sul nulla, con parole dure verso il presidente della sub commissione elettorale che ricusò la lista.

Non ci stanno consentendo di fare campagna elettorale non ci danno l’autorizzazione neanche di allestire un gazebo, abbiamo perso 15 giorni di campagna elettorale” era la dichiarazione di Caputo durante la conferenza stampa indetta dallo stesso, una protesta avviata nei confronti degli organi preposti che fortunatamente ha avuto esito positivo perché a poche ore dalla conferenza giungeva notizia che il rischio elezioni fosse risolto.

A emergenza rientrata, ora non sappiamo se la rinuncia dei presidenti di seggio possa in qualche modo creare ulteriori intoppi o se il volo possa proseguire in tutta sicurezza per atterrare dopo il 26 maggio su Palazzo di Città con un capitano degno della cabina di comando e con un equipaggio all’altezza del compito.

A tutti buon viaggio.

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