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Sei la mia città: Demos ringrazia quanti hanno deciso di tessere una stagione nuova

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Comunicato stampa

Sei la mia città e da qui ripartiamo; sei la mia città e crediamo che sei ricca di risorse e competenze che possono rimettersi in gioco; sei la mia città e crediamo che sia questo un tempo nuovo, il tempo della semina e dell’attesa, ma anche dei primi raccolti. Sei la mia città e sei ricca di voci ed esperienze che insieme potranno costruire un inedito orizzonte culturale e che, intanto, hanno costruito una notevole proposta di iniziative per questa “stagione tanto attesa”, per questa estate con il respiro sospeso.

Demos Democrazia Solidale sostiene e rilancia il lavoro silenzioso e serrato dell’Assessore alla Cultura, Beniamino Marcone che, pur in assenza totale di personale in genere e nello specifico di personale preposto all’organizzazione del cartellone di iniziative per questi mesi estivi – a causa della patologica assenza di personale nel Comune, problema su cui l’Amministrazione De Benedittis ha mosso i primi passi decisivi- , coinvolgendo le migliori risorse che hanno deciso di lavorare per la bellezza e il benessere della città, ha dato vita ad un cartellone di proposte variegate.
E’ l’avvio di un laboratorio cittadino che vede in ogni presenza un seme di futuro; è l’avvio di un dialogo che guarda ad una tessitura nuova ed inedita; è l’avvio di un discorso autentico che porterà alla scoperta di una “città invisibile” ancora ma reale, a cui stiamo dando forma; una città in cui sperimenteremo che con la cultura si impara a vivere insieme; si impara soprattutto che non siamo soli al mondo.

A chi agita la parola delusione innalzandosi sullo scranno di una superiore cultura, con gentilezza rispondiamo che essere persone di cultura è saper tessere relazioni che lentamente cambieranno il volto di questa nostra città (come abbiamo cominciato efficacemente a fare per esempio con il Regolamento per gli Impianti Sportivi), è godere del ben fare di personalità e artisti di grosso calibro e delle tante realtà che si sono messe in gioco: a loro vorremmo si chiedesse scusa perché squalificare senza appello come deludenti proposte ed opportunità nate in seno alla città è un vecchio gioco che non costruisce e non valorizza. A loro invece va il nostro ringraziamento e il nostro plauso.

Capiamo che la visione omeostatica a cui siamo abituati porta a sospettare di tutto ciò che rappresenta cambiamento e squilibrio, a valutare come negativo tutto ciò che rappresenta la rottura. Non è facile nemmeno abbandonare, talvolta, il ruolo di superiorità professionale o tecnocratica e lavorare per trasformare la realtà contemporaneamente a se stessi, per costruire, fra l’altro, una città meno rancorosa. Citando Italo Calvino potremmo dire: “È inutile stabilire se Zenobia sia da classificare tra le città felici o tra quelle infelici. Non è in queste due specie che ha senso dividere le città, ma in altre due: quelle che continuano attraverso gli anni e le mutazioni a dare la loro forma ai desideri e quelle in cui i desideri o riescono a cancellare la città o ne sono cancellati.” Corato, sei la mia città, e darai forma ai desideri di cambiamento, la strada è tracciata.

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