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Intervista a Nico Nocella

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Da dove nasce la passione per la recitazione?

Avevo 18 anni, non sapevo fare nient’altro e ho capito che l’unica cosa che volevo fare era questa. Allora non era un mestiere così semplice da “dichiarare”, era un po’ come fare coming out. Stiamo parlando del 1999 e prima di avere il coraggio di dirlo agli altri eri tu stesso a ripetertelo: “Ma dove devo andare? Cosa posso fare?”

Così trovai su “Ciak” un articolo che parlava di cinema e diceva che la prima scuola al mondo era il Centro Sperimentale di Cinematografia di Roma: quindi provai a entrare lì. I miei genitori me lo hanno sempre detto, devi fare qualcosa che ti piace, e a me piaceva quello. Sono stato fortunato.

Se potessi tornare indietro c’è qualcosa che non rifaresti?

Sì. Un paio di scelte professionali. Ma non ho rimpianti: oggi sono quello che sono proprio perché le ho fatte. Ho rifiutato un film molto importante e ho litigato con il regista di quel film. Ma dopo tre anni siamo più amici di prima. Magari se non avessimo litigato ora non saremmo così amici. E io non sono una persona facile, sono spigoloso e ne sono felice, per questo rifarei tutto quello che ho fatto.

Il ruolo a cui sei più affezionato e quello che hai detestato?

Easy è la risposta a entrambe le domande. È stato faticosissimo, ho dovuto prendere peso, mi sono buttato dal quarto piano, ho persino fatto testamento prima di partire per l’Ucraina (dove abbiamo girato il film). Ho fatto una fatica immensa ma ne è valsa la pena. E quando ne vale la pena, cosa che non sempre succede, è tutto più bello.

C’è qualcuno che vuoi ringraziare?

Non c’è una sola persona, ce ne sono tante, tutte importanti in un periodo della mia vita. Ma in fondo voglio anche ringraziare un po’ me stesso. Fare questo lavoro non è facile e devi anche essere pronto a sostenere quegli aspetti che non sono poi così rose e fiori.

Ma noi siamo dei percorsi e facciamo, secondo il nostro percorso, degli incontri, troviamo altre persone che vanno nella nostra stessa direzione o nella direzione opposta.  Io ringrazierei anche le persone che mi hanno rovinato la vita perché in quel momento andava bene così e hanno comunque avuto un senso.

Però ci tengo a dire una cosa. Con lui mi scontro e litigo spesso, ma mio fratello è in assoluto la persona che dovrei ringraziare di più. La persona che ho voluto accanto a me nel momento più importante della mia vita, quello dei David, è stato lui.

Se dovessi dare un consiglio a un giovane che vuole intraprendere ?

Vattene. Lascia il nido, qualunque esso sia. Devi crescere in ogni senso e andare via di casa è importantissimo. A me non è pesato per niente stare lontano da casa, anzi…

Progetti in cantiere?

Non ne posso parlare ma presto mi rivedrete sul grande schermo.

 

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