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La ginestrella, pianta usata per la fabbricazione delle scope, cresce rigogliosa nel bosco “Scoparella”

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Nel Parco nazionale dell’Alta Murgia in territorio di Ruvo di Puglia, vi è un bosco molto conosciuto il cui nome è bosco Jatta, perché in passato appartenente proprio alla famiglia Jatta, ma questo bosco è da sempre chiamato bosco della Scoparella.

Quando durante le mie escursioni dico ai partecipanti che “siamo nel bosco della Scoparella” il più delle volte vedo sul viso degli escursionisti dei sorrisi maliziosi in quanto tale nome evoca delle attività ludico riproduttive.

In realtà l’origine del nome di tale bosco è dovuto al fatto che nello stesso cresce da sempre in modo rigoglioso la Ginestrella comune, pianta usata per secoli per la fabbricazione delle scope dei netturbini, ma oggi sostituita dalla plastica.

La Ginestrella è una pianta tipica della macchia mediterranea, ed è considerata una pianta parassita, si sviluppa nel sottobosco di roverella assorbendo da questa i sali minerali. Il nome scientifico gli venne attribuito per la lunghezza dei rami e per il colore chiaro degli stessi, in italiano volgare è chiamata anche Osiride.

La Ginestrella comune si presenta sotto forma di cespuglio sempreverde con fusto legnoso verde scuro che in alcuni casi può superare l’altezza di un metro. La pianta ha foglie lineari verde-grigio che si sviluppano soprattutto in inverno mentre sono quasi assenti in estate.

I fiori sono molto piccoli e poco appariscenti, di colore giallastro, e odorano di miele. I frutti, presenti soprattutto in autunno, nei mesi di ottobre e novembre, sono rotondi e lucenti, di color rosso brillante e sono molto appetite da alcuni turdidi come Cesene Merli e Tordi bottacci.

In passato i rami della Ginestrella comune erano usati per intrecciare cestini, piccoli canestri e soprattutto scope.

I rami venivano raccolti a fine estate, fatti essiccare e poi riuniti in grandi fasci che erano legati con il fil di ferro, poi questi ultimi venivano collegati ad una lunga mazza, per farne una scopa.

Con le scope di Ginestrella gli spazzini ripulivano le strade soprattutto dalle deiezioni di cavalli e mule che un tempo erano molto presenti nei nostri paesi. I rami di Ginestrella risultano particolarmente resistenti allo sfregamento ed è proprio questa la ragione del loro utilizzo. Occorre precisare che da noi in passato non vi era la Ginestra o la Saggina, altre piante dalle quali si fabbricavano e si fabbricano ancora le scope.

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