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La forza vitale della nostra terra

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I vecchi coratini ci hanno lasciato un tesoro che stavamo perdendo

                                                                     

Un tempo, per deridere qualche giovane di paese dalle dubbie qualità intellettuali, si diceva “braccia tolte all’agricoltura”. Probabilmente ancora oggi qualcuno lo dice ancora. Certo è che oggi fa molto meno ridere. L’istruzione “agricola” è al primo posto sia per iscrizioni che per qualità, non a caso i ragazzi diplomatisi presso gli Istituti Tecnici Agrari e le facoltà di Agraria, sono tra i primi a trovare lavoro, nel settore per il quale si sono preparati (agroindustria nelle sue diverse sfaccettature) e a lavorare nel proprio territorio di origine. Insomma queste braccia non solo sono regalate all’agricoltura, ma non scappano via dalla nostra Italia. Il settore agroalimentare è la spina dorsale dell’economia italiana e di quella europea tutta, inoltre è il portabandiera della nostra cultura in tutto il mondo, e contribuisce alla custodia del nostro ambiente. Il nostro compito, oggi, è quello di renderlo anche e soprattutto una grande opportunità per i nostri cittadini, lavoratori e lavoratrici di oggi e di domani. Quest’oggi ho passato più di mezz’ora al telefono a parlare con un mio ex alunno, poco più che ventenne, che ha deciso con un amico di lavorare nel settore agro/industriale/turistico, insomma coltivare la terra, rilevando appezzamenti abbandonati, applicando tutte quelle norme e tecniche che tra gli altri io, come docente, gli ho “donato”. Mi ha raccontato come è nata l’idea, gli errori commessi, i progetti per il futuro. Mi ha detto che hanno avuto aiuti e agevolazioni per l’agricoltura. Hanno venduto tutta la produzione, evitando di portarla ai mercati generali, ma preferendo la vendita diretta sino alla consegna a domicilio. I due non sono nati agricoltori, non sono agricoltori; uno ha frequentato la scuola agraria, l’altro il geometra, ma hanno voluto mettere in pratica quelle nozioni che il perito agrario ha imparato a scuola, dalle tecniche agrarie, all’economia, al marketing, passando dal web, e che ha trasmesso per osmosi all’amico geometra. Hanno seguito i consigli dei vecchi del paese che sono nati agricoltori e che oggi hanno avuto il piacere di donare (oltre ai consigli), i loro terreni ormai abbandonati da quando le forze hanno abbandonato le loro braccia. Sono felice di essere complice e colpevole di questa istruzione, così bistrattata e anche così ricercata, insomma felice di aver regalato braccia al mondo dell’agricoltura.

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