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Lottare per sopravvivere al dolore – Filomena Mascoli: “ogni ora è una vittoria”

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di Grazia Petta

Ogni gesto e ogni piccola azione possono modificare il corso degli eventi.

Le nostre scelte sono determinanti per la nostra vita e quando sei lì a quel bivio, dove devi decidere in che direzione andare, ti chiedi se hai scelto quella giusta oppure no.

In ogni caso hai messo la vita nelle tue mani.

Beh, facile sarebbe se la vita fosse una regia che appartiene solo a te!

Non sempre però è così se, a un certo punto, è essa stessa a sceglierti o se, peggio ancora, a farlo è il tragico destino.

Accade purtroppo e anche spesso e, quando accade, non c’è bisogno di darsi una spiegazione, di chiedersi: “Perché”? Non lo saprò mai, almeno qui. Forse un giorno e ripeto forse, quando raggiungerò loro potrò saperlo”. Credo che niente sia un caso nella vita.

Sono le parole di Filomena Mascoli, una mamma, a cui la vita sembra non aver fatto sconti sottraendole in poco tempo prima Luigi e poi Matteo, i suoi due figli.

Questa ferita Filomena ce l’ha e ce l’avrà per sempre ma è una donna che non si arrende perché come lei stessa dice: “non so se sia stato il bene o il male a portarmi via i miei due angeli ma, chiunque sia stato, non avrà la mia anima”.

Parole forti che arrivano come un pugno allo stomaco ma che racchiudono un’energia indescrivibile che dovrebbero far riflettere chi a volte cede davanti alle piccole avversità della vita mentre lei, nonostante tutto, con tenacia e una buona dose di coraggio lotta per sopravvivere al dolore e, paradossalmente, riesce a sostenere chi ha vissuto la sua stessa sofferenza e non.

Sono sola: ho perso un fratello giovanissimo, mia madre e due figli.  In poco tempo mi sono stati strappati gli affetti più cari e pensa – che assurdità! –  questa solitudine è diventata una risorsa per me, un punto di forza perché sono consapevole che non posso lasciarmi andare.

Mi dedico a Michele, mio marito, ho tanti amici ma non mi va di appesantire la loro vita con la mia, non lo trovo giusto”

Nelle sue parole mai sentimenti di rabbia, di durezza se non solo relativamente a Matteo che non ha ancora avuto giustizia.

Abbiamo fatto dei ricorsi, ci sono situazioni poco chiare nel suo incidente, non è una questione di soldi ma, oltre al dolore, non si può essere beffeggiati da una giustizia che non fa il suo corso”.

Un grande esempio, una donna, una mamma straordinaria che non si è sottratta alla durezza della vita perché come lei dice:

Ogni ora è una vittoria

E allora: “Perché no?!”  La sua testimonianza potrebbe andare in soccorso a chi non ce la fa.

Filomena la prima cosa che suggeriresti a chi vive il tuo stesso dramma, qual è?

Prima di tutto, di non fare assolutamente sciocchezze.

Cosa intendi?

Dinnanzi a un dolore così devastante toglierti la vita è la prima cosa che ti viene in mente ma è assolutamente sbagliato perché, se c’ è una strada, tra tante, per raggiungere i tuoi cari, non è affatto quella.

E qual è la strada per continuare ad andare avanti? La fede, per esempio, aiuta?

Io sono cattolica e per me la fede, che prescinde dal rapporto con la chiesa, ha una valenza determinante per il mio percorso ma, per chi non lo è, dico che è necessario continuare a vivere per testimoniare il ricordo di chi ci ha lasciato. Nel mio caso io devo tutto ai miei figli.

Loro ogni giorno lottavano per la vita, per i loro sogni, prima la scuola poi il lavoro, lo sport e soprattutto per diventare due persone oneste, pulite e lo erano.

Quindi come avrei potuto far un torto a Luigi e Matteo! La mia anima la riservo a loro.

Che rapporto avevano Luigi e Matteo?

Da piccoli erano come il diavolo e l’acqua santa, indistintamente, volavano scarpe sopra alla mia testa (sorride Filomena) poi crescendo hanno vissuto l’uno per l’altro. Quando è mancato Luigi, Matteo non si dava pace e io non potevo che rispettare il suo dolore che comprendevo sia come mamma che come sorella di un fratello mancato prematuramente.

Cosa ricordi di loro?

Tutto, loro sono la mia forza perché me l’hanno trasferita. Luigi durante la sua malattia ci sosteneva, ci chiedeva sorrisi non lacrime e Matteo un giorno davanti a un mio cedimento mi disse: “Mamma sappi che non piove sul bagnato ma sugli alluvionati”.

Capisci il valore di quelle parole? Era come dire che qualcuno aveva deciso così, non c’era una ragione ma bisognava continuare. La loro presenza l’avverto in ogni cosa, in ogni luogo e non amo andare al cimitero, Luigi mi diceva che lì avrei trovato solo un involucro e in effetti se ci vado provo solo un senso di vuoto.

 

 Potresti essere un simbolo di tenacia per tante mamme, ti capita di confrontarti con chi come te ha vissuto questa triste esperienza?

Siamo in tante in qualche modo riusciamo a metterci in contatto (social, conoscenti …) abbiamo delle amicizie e spesso capita di confrontarci e supportarci.

Sono tante storie che a volte si sovrappongono e a volte si intrecciano seppur diverse per la loro natura.

Mi rincuora essere d’aiuto e, a chi mi contatta, dico sempre che dobbiamo farcela senza però trascurare che, in ogni caso, va rispettato chi il dolore lo vive diversamente. 

Filomena prima hai detto che ti dedichi a tuo marito. Michele come ha reagito?

Lui si è rinchiuso in se stesso, avendo dovuto cedere anche l’azienda di famiglia, ha perso quegli stimoli che il lavoro poteva dargli. Si dedica molto alla campagna ma, come dicevo prima, bisogna avere rispetto; i sentimenti vanno vissuti nella più totale libertà.

Stiamo insieme da quarantuno anni e ci sosteniamo. Sai qualche mese fa abbiamo vissuto un bel momento! Durante il matrimonio di una coppia di amici dei miei figli siamo stati chiamati, a nostra insaputa, sull’altare come testimoni di vita matrimoniale.

Beh che dire! Gesti semplici che accarezzano l’anima e a Filomena e Michele questo calore non manca.

Sono tanti gli amici di quei due maestosi angeli, volati via troppo presto, che continuano a mantenere vivo il loro ricordo perché le belle storie sono indelebili e non è un caso se il memorial “Luigi e Matteo Mazzilli” è diventato un appuntamento fisso da cinque anni.

Un evento per “non dimenticare” attraverso lo sport che tanto amavano: il basket.

“In quella giornata, il sorriso dei bambini, mentre giocano, è un balsamo per noi” conclude Filomena.

 

 

 

 

 

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